Una lettura consigliata per il fine settimana: scopri il libro da non perdere.

Nel film Il grande dittatore del 1940, Charlie Chaplin offre una satira pungente sulla brama di potere, incarnata nel personaggio di Adenoid Hynkel, una caricatura di Adolf Hitler. Tuttavia, la realtà della dittatura è ben più complessa e drammatica di quanto possa apparire. Un nuovo libro si propone di esplorare il fenomeno del potere assoluto, tracciando la storia di sessantatré dittatori attraverso un arco temporale di tremila anni.

Dall’antico faraone Assurbanipal, considerato l’Hitler degli Assiri, fino ai moderni regimi autoritari, l’opera analizza come il terrore sia stato strumentalizzato per consolidare il potere. Si parte dai tiranni dell’antica Grecia fino ai monarchi assoluti come Luigi XIV, evidenziando come, con l’emergere della democrazia, la dittatura abbia assunto nuove forme, dando vita a regimi totalitari come quelli di Hitler, Stalin e Pol Pot, fino ad arrivare alle attuali “repubbliche assolute” come la Corea del Nord e la Russia di Putin.

Il ritratto dei dittatori

La narrazione si concentra su caratteristiche comuni che accomunano questi leader: l’assenza di scrupoli, la repressione del dissenso e il culto della personalità. Le tecnologie moderne hanno amplificato la loro influenza, rendendo difficile contrastare la loro ascesa. Come affermava Simon Wiesenthal, sopravvissuto all’Olocausto, «le dittature sembrano produrre in ogni epoca la stessa gente, gli stessi delatori, fiancheggiatori, complici e sadici».

Nella celebre sequenza di Il grande dittatore, Hynkel gioca con il mappamondo, simbolo di un potere che ha il destino dell’umanità nelle mani. Chaplin stesso riconobbe l’involontaria profezia di tale scena, affermando che, se avesse conosciuto gli orrori dei campi di concentramento, non avrebbe mai potuto deridere la follia omicida dei nazisti. La figura del dittatore, associata a crimini e genocidi, non è un fenomeno recente; il meccanismo della paura e della sottomissione ha radici profonde nelle prime comunità umane.

Nel suo Leviatano, il filosofo Thomas Hobbes affermava che il desiderio di potere è intrinseco alla natura umana, un impulso che si esaurisce solo con la morte. Non c’è epoca o latitudine che non abbia visto uomini e donne disposti a tutto pur di ottenere un controllo illimitato sugli altri. Tuttavia, le modalità di esercizio di tale controllo sono variate nel tempo. Le parole “despoti”, “tiranni” e “dittatori”, sebbene considerati sinonimi, hanno significati storici distinti.

Le radici della dittatura

Nelle origini del potere, il lato oscuro si manifestava attraverso il diritto divino dei faraoni o re come Assurbanipal. La figura del tiranno, che si sviluppa nella Grecia del VII-VI secolo a.C., rappresenta una degenerazione del monarca, sia per mancanza di legittimità sia per metodi oppressivi. Nella Roma repubblicana, il titolo di dictator con poteri assoluti è stato formalizzato, mentre il termine “despota”, originariamente un titolo di corte bizantino, ha assunto connotazioni negative legate alla crudeltà dei re persiani.

Durante il periodo feudale, la storia è costellata da episodi di ferocia, come le cronache delle lotte tra guelfi e ghibellini e le Crociate. Questi eventi, per quanto violenti, erano spesso il risultato di vendette private e rivalità familiari, piuttosto che di un piano sistematico. Con la fine della civiltà medievale, il terrore divenne uno strumento calcolato per consolidare il potere assoluto. I signori delle città-stato italiane, consapevoli di essere circondati da nemici, capirono che la loro durata dipendeva dalla paura che sapevano ispirare.

Le monarchie assolutistiche europee, che rivendicavano l’“unzione sacra”, utilizzavano strategie di propaganda simili a quelle di Luigi XIV, il “Re Sole”, che affermava “L’État c’est moi!”. Paradossalmente, l’avvento della democrazia, basata sulla divisione dei poteri, ha portato alla nascita di dittature moderne, dominate da “uomini soli al comando” privi di controlli parlamentari.

Un viaggio nel lato oscuro del potere

Il Novecento è stato testimone di un’esplosione di dittature, classificate in base alle loro ideologie: “nere”, “rosse” e “bianche”. Questo periodo ha visto l’emergere di regimi che, come un virus, si sono propagati da un paese all’altro, come nel caso dei regimi fascisti in Portogallo e Spagna o dei comunisti in Cina e Cambogia. La nascita di nuovi Stati in Africa, Asia e America Latina ha dato vita a dittatori spietati, come il generale ugandese Idi Amin Dada, che si autoproclamò “Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare”.

Questa evoluzione ha portato alla formazione delle moderne repubbliche “assolute”, come l’Iran degli Ayatollah, la Corea del Nord dei Kim e la Russia di Vladimir Putin, governate con pugno di ferro da presidenti vitalizi. Ma cosa si prova a essere un dittatore? Come è possibile sottomettere milioni di persone come se fossero agnellini? Come hanno fatto figure come un pittore fallito, un seminarista e un elettrotecnico a terrorizzare il mondo?

Queste domande sono al centro del libro, che presenta un’inquietante galleria di sessantatré icone del lato oscuro del potere. Attraverso ricerche approfondite, l’autore ha attinto a fonti antiche, come carteggi e biografie, per comporre ritratti di questi leader.

Un aspetto interessante emerso dalle ricerche è che, al di là delle differenze temporali e culturali, molti di questi dittatori condividono tratti comuni. La loro mancanza di scrupoli, l’uso del terrore come strumento di controllo e la costruzione di un culto della personalità sono caratteristiche distintive. Le tecnologie moderne, dai media tradizionali ai social, hanno reso i nuovi despoti onnipresenti, spingendo a riflettere su come alcuni di loro possano godere di popolarità sia in patria che all’estero.

In un mondo segnato da conflitti e nostalgie del passato, è cruciale non dimenticare le tragedie storiche e riconoscere i segnali di un possibile ritorno a regimi oppressivi. Come ci ricorda Wiesenthal, l’umanità deve rimanere vigile per evitare di ripetere gli errori del passato.

Published by
Loris Gattuso