
Immaginate di essere ridotti alle dimensioni di una moneta e di trovarvi intrappolati sul fondo di un frullatore. Avete solo sessanta secondi prima che le lame comincino a girare: quale strategia adottereste per salvarvi? Questa bizzarra situazione non è solo un esercizio di fantasia, ma è una delle domande più intriganti utilizzate durante i colloqui di assunzione presso Google. Queste domande sono progettate per mettere alla prova la creatività e la capacità di ragionamento dei candidati, simili a enigmi come: “Quanti golf club possono entrare in un Boeing 747?” o “Qual è il costo per lavare tutte le finestre di Seattle?”.
A prima vista, potrebbe sembrare che la risposta a queste sfide sia semplice e immediata. Ad esempio, per il quesito sulle finestre di Seattle, alcuni potrebbero rispondere con un calcolo elaborato, mentre altri potrebbero optare per una risposta diretta: “50 dollari a finestra”. Tuttavia, dietro a queste domande si celano principi complessi di biomeccanica e fisica.
Saltare fuori: la risposta iniziale
La risposta più comune a questa strana situazione è “saltare”. Il ragionamento che sostiene questa scelta è parzialmente corretto: se fossimo ridotti alle dimensioni di una moneta, la nostra forza muscolare risulterebbe sorprendentemente elevata rispetto al nostro peso. Questo fenomeno è spiegato dal rapporto forza-peso, un concetto sviluppato da Alfonso Borelli, considerato il padre della biomeccanica. Nel XVII secolo, Borelli osservò che animali di diverse dimensioni riuscivano a saltare a altezze simili.
In termini semplici, se il nostro corpo venisse ridotto di scala, il peso diminuirebbe più rapidamente della forza muscolare, permettendoci di ottenere un rapporto forza-peso molto elevato. In teoria, ciò ci permetterebbe di saltare fuori dal frullatore con un solo balzo, superando ostacoli che, a dimensioni normali, sembrerebbero insormontabili. Tuttavia, questa risposta non è completamente corretta, poiché nella pratica le cose sono più complesse.
Le difficoltà del salto
Per riuscire a saltare, è necessario trasferire energia dai muscoli al suolo. Tuttavia, più si è piccoli, meno tempo si ha a disposizione per eseguire questo movimento. Se venissimo rimpiccioliti, il movimento risultante sarebbe così rapido che lo slancio si esaurirebbe in un batter d’occhio, impedendo ai muscoli di contrarsi con la velocità necessaria per generare la forza sufficiente.
In aggiunta, esiste un limite fisico noto come relazione forza-velocità . In breve, più velocemente un muscolo si contrae, minore è la forza che può generare. Pertanto, nonostante la forza relativa maggiore, il salto che potremmo realizzare risulterebbe modesto. Secondo le stime del professor Maarten Bobbert, esperto di biomeccanica presso la Libera Università di Amsterdam, un umano delle dimensioni di una moneta potrebbe riuscire a saltare solo cinque o dieci centimetri, un’altezza insufficiente per superare le pareti di un frullatore.
La soluzione alternativa
E quindi, quale sarebbe la vera soluzione a questo dilemma? La risposta più efficace sarebbe quella di utilizzare un meccanismo a molla. Alcuni insetti, come le pulci o determinate specie di formiche, sono in grado di immagazzinare energia lentamente per poi rilasciarla in un istante, generando salti straordinariamente potenti. Tuttavia, i muscoli umani non possono competere con le capacità di una formica trappola, che è in grado di generare potenze fino a 200.000 watt. Un piccolo umano potrebbe solo tentare un’impresa simile con l’aiuto di un elastico, creando una sorta di catapulta.
A questo punto, ci si potrebbe chiedere: “Dove troverei un elastico all’interno di un frullatore?” È qui che si evidenzia l’assurdità della questione: è più difficile immaginare un essere umano rimpicciolito fino alle dimensioni di una moneta piuttosto che trovare un elastico in un frullatore. Tuttavia, affrontare questa obiezione significherebbe deviare dall’essenza del ragionamento richiesto.
In definitiva, la domanda iniziale, come molte altre poste da Google e da aziende simili, non ha una risposta univoca e serve esclusivamente a valutare il modo di pensare del candidato e la sua capacità di pensare in modo creativo e innovativo.