Nel 2025, il Ministero del Turismo e delle Antichità dell’Egitto ha annunciato una scoperta straordinaria: dopo due anni di meticolose indagini, è stata riportata alla luce un’antica città dell’oro, un sito minerario aurifero risalente a oltre tremila anni fa. Questo progetto, senza precedenti, ha rivelato un’area di inestimabile valore storico, situata nella regione del Monte Sakari, a sud-ovest di Marsa Alam, nella provincia del Mar Rosso.
Il Ministro del Turismo e delle Antichità, Sherif Fathy, ha evidenziato l’importanza di questo ritrovamento, che offre preziose informazioni sulle tecniche di estrazione dell’oro utilizzate nell’antichità. Questa scoperta consente di esplorare la vita quotidiana di una città industriale situata nel deserto orientale, attraverso diverse epoche storiche. Il dottor Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, ha specificato che gli scavi hanno rivelato un campo minerario ben strutturato, dove sono stati identificati i resti di un sistema complesso per la lavorazione dell’oro. Questo includeva fabbriche specializzate nell’estrazione del prezioso metallo da vene di quarzo, con un processo che prevedeva la frantumazione e la macinazione del quarzo, seguita da filtrazione e sedimentazione in vasche dedicate, fino alla fusione in forni di argilla per ottenere oro puro.
Oltre alle strutture minerarie, gli scavi hanno rivelato tracce della vita quotidiana dei minatori nell’antico Egitto. Tra i reperti rinvenuti figurano abitazioni, officine, aree di lavorazione dei minerali, templi dedicati al culto religioso, edifici amministrativi e terme tolemaiche. È stata documentata anche una varietà di elementi architettonici che attestano l’uso del sito in epoche successive, compresi resti di epoca romana e islamica. Queste scoperte offrono uno spaccato affascinante della vita e delle pratiche quotidiane di chi lavorava in questo ambiente ostile.
Tra i reperti emersi, una collezione di 628 ostraca, ovvero frammenti di ceramica e pietra con iscrizioni in geroglifici, demotici e greci, mette in evidenza la diversità culturale e linguistica del periodo. Inoltre, sono state ritrovate monete di bronzo della dinastia tolemaica, statuette in terracotta rappresentanti figure umane e animali dell’epoca greco-romana, nonché sculture in pietra, alcune incomplete, raffiguranti divinità come Bastet e Arpocrate. Tra i reperti figurano anche cinque tavole per offerte risalenti all’epoca tolemaica e una collezione di vasi in ceramica di varie forme e dimensioni, utilizzati per contenere profumi, medicine e incenso, insieme a ornamenti realizzati con pietre preziose e conchiglie.
Il professor Mohamed Abdel-Badea, a capo del Dipartimento di antichità egizie presso il Consiglio supremo delle antichità, ha messo in evidenza gli sforzi per documentare e preservare i resti architettonici rinvenuti. Nell’ambito del progetto, è stata creata una replica del campo minerario su un’area di sei acri, dove sono state ricostruite le principali strutture scoperte. Questo sforzo di conservazione è fondamentale per garantire che le future generazioni possano studiare e comprendere il patrimonio storico di questa straordinaria scoperta.
Il progetto ha richiesto scavi archeologici approfonditi, accompagnati da un’accurata documentazione e restauro, nonché il trasferimento di elementi architettonici di grande valore. Le strutture ritrovate sono state ricollocate in un luogo sicuro, a tre chilometri a nord del sito originale, per proteggerle dalle attività minerarie moderne che continuano nella zona. La salvaguardia di questo importante sito è stata possibile grazie alla collaborazione tra le autorità archeologiche e l’amministrazione dell’attuale giacimento aurifero di Sakari, garantendo così la protezione del patrimonio storico egiziano.
Questa scoperta è cruciale per comprendere le tecniche avanzate di estrazione dell’oro utilizzate dagli antichi Egizi e per ricostruire la struttura sociale, religiosa ed economica delle comunità minerarie che abitavano il deserto orientale nel corso della storia. I risultati ottenuti confermano l’importanza dell’Egitto come centro di produzione dell’oro fin dall’epoca dei faraoni, rivelando un aspetto affascinante della storia antica e del suo impatto sulle civiltà future.