<div> <figure><picture><source media="(min-width: 1024px)" srcset="https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/38/2025/03/pastore-tedesco-.jpg?im=AspectCrop=(16,9);Resize,width=570;"><source media="(min-width: 768px)" srcset="https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/38/2025/03/pastore-tedesco-.jpg?im=AspectCrop=(16,9);Resize,width=718;"><img alt="Immagine" height="1414" src="https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/38/2025/03/pastore-tedesco-.jpg?im=AspectCrop=(16,9);Resize,width=638;" width="2121"></img></source></source></picture></figure> </div>
La leishmaniosi canina rappresenta una seria minaccia per la salute dei nostri amici a quattro zampe. Questa malattia infettiva è causata da un protozoo parassita del genere Leishmania e si trasmette attraverso la puntura di flebotomi, insetti simili a zanzare. Questi vettori, pungere un cane già infetto, assorbono il parassita insieme al sangue e, successivamente, attraverso una nuova puntura, lo trasferiscono a un altro animale sano, dando inizio all’infezione.
La leishmaniosi è considerata una zoonosi, il che significa che, sebbene colpisca principalmente i cani, può essere trasmessa anche all’uomo. Tuttavia, negli esseri umani è meno comune e di solito interessa individui con un sistema immunitario compromesso. Nei cani, la malattia può manifestarsi in modo grave, portando a complicazioni potenzialmente fatali se non trattata in modo adeguato.
La leishmaniosi canina è diffusa in numerose aree del pianeta, con una particolare prevalenza nelle regioni mediterranee, in America Latina e in alcune parti dell’Asia e dell’Africa. In Italia, la malattia è endemica soprattutto nelle zone centro-meridionali e nelle isole, dove il clima favorisce la proliferazione dei flebotomi.
Il contagio avviene esclusivamente tramite la puntura di questi insetti, che iniettano il parassita direttamente nel flusso sanguigno dell’animale. È importante sottolineare che un cane non può infettarne un altro tramite contatto diretto, saliva o feci. Tuttavia, sono stati documentati casi rari di trasmissione verticale dalla madre al cucciolo e la possibilità di contagio attraverso trasfusioni di sangue infetto.
Alcuni cani sono più suscettibili a sviluppare la malattia in forma grave. I soggetti con un sistema immunitario indebolito, i cani giovani o anziani e determinate razze, come il Boxer, il Dobermann e il Pastore Tedesco, presentano un rischio maggiore di contrarre la malattia.
La leishmaniosi canina può manifestarsi in due forme principali: una forma cutanea e una forma viscerale, quest’ultima colpendo gli organi interni. I sintomi possono apparire lentamente e aggravarsi nel tempo, rendendo la diagnosi non sempre immediata.
È quindi cruciale riconoscere i segnali iniziali della malattia:
La presenza di uno o più di questi sintomi richiede un’immediata valutazione veterinaria, poiché una diagnosi tempestiva può fare la differenza nella gestione della malattia.
L’aspettativa di vita di un cane colpito da leishmaniosi varia in base a diversi fattori, tra cui la tempestività della diagnosi, la gravità della malattia al momento della scoperta e la risposta alle terapie. Senza un trattamento adeguato, la malattia è quasi sempre fatale, portando a un progressivo deterioramento della salute dell’animale.
Se la malattia viene diagnosticata precocemente e gestita con le giuste terapie, è possibile controllarla, consentendo al cane di vivere per diversi anni con una buona qualità della vita. Alcuni cani riescono a convivere con la malattia per tutta la vita, mantenendo una condizione relativamente stabile. Tuttavia, è essenziale un monitoraggio costante e un trattamento continuativo per prevenire ricadute e complicazioni.
La prognosi può essere influenzata dalla presenza di danni renali, che rappresentano una delle principali cause di morte nei cani affetti da leishmaniosi. Se i reni sono già compromessi al momento della diagnosi, il quadro clinico diventa più incerto e la sopravvivenza del cane potrebbe essere ridotta. È quindi fondamentale che il proprietario si impegni a garantire cure adeguate e un attento monitoraggio della malattia.
Attualmente non esiste una cura definitiva per la leishmaniosi canina, poiché i trattamenti disponibili non possono eliminare completamente il parassita dall’organismo. Tuttavia, le terapie attuali sono orientate a controllare i sintomi, migliorare la qualità della vita del cane e ridurre il rischio di peggioramenti.
Il trattamento si basa principalmente su farmaci antiparassitari, come l’antimoniato di meglumina e l’allopurinolo. L’antimoniato di meglumina è un farmaco specifico che aiuta a ridurre la carica parassitaria, mentre l’allopurinolo è utile per bloccare la replicazione del parassita nel corpo. In alcune situazioni, possono essere impiegati anche farmaci immunomodulanti per stimolare le difese dell’animale.
La terapia deve essere seguita per periodi prolungati, che nella maggior parte dei casi si estendono per tutta la vita del cane. Sebbene i sintomi possano migliorare con il trattamento, la malattia può riattivarsi, rendendo necessarie ulteriori cure nel tempo.
Per questo motivo, la prevenzione è fondamentale. L’uso di antiparassitari specifici può ridurre significativamente il rischio di infezione. Negli ultimi anni, è stato introdotto un vaccino contro la leishmaniosi canina, che, pur non garantendo una protezione totale, può ridurre la probabilità di sviluppare la malattia in forma grave.