L’aspirina può avere un ruolo nella prevenzione delle metastasi?

Nel 2025, un importante studio pubblicato su Nature ha rivelato che l’aspirina potrebbe avere un ruolo cruciale nella prevenzione delle metastasi di alcuni tipi di cancro. La ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Cambridge ha messo in luce come il farmaco possa allentare un freno che ostacola l’azione del sistema immunitario contro le cellule tumorali. Questa scoperta apre la strada a nuove possibilità per i trial clinici attualmente in corso e futuri, mirati all’uso di un farmaco economico e facilmente accessibile per combattere le metastasi.

Aspirina e tumori: cosa abbiamo imparato

Studi precedenti avevano già suggerito che l’assunzione quotidiana di aspirina a basso dosaggio potesse ridurre l’incidenza di metastasi in pazienti affetti da diversi tipi di cancro, tra cui il tumore al seno, il tumore del colon-retto e quello della prostata. Tuttavia, il meccanismo attraverso il quale l’aspirina esercita il suo effetto antitumorale rimaneva poco chiaro. La nuova ricerca ha finalmente iniziato a chiarire questi aspetti, approfondendo il legame tra il farmaco e la risposta immunitaria del corpo.

La finestra di vulnerabilità

È noto che le cellule tumorali che si diffondono nel corpo sono più suscettibili all’attacco del sistema immunitario rispetto a quando si trovano nel tumore primario. Questo periodo iniziale di diffusione è considerato cruciale, poiché rappresenta un momento di vulnerabilità in cui l’intervento potrebbe risultare più efficace. Comprendere come colpire in questo momento giusto è essenziale per migliorare le strategie terapeutiche.

Una scoperta inaspettata

La scoperta del potenziale antimetastatico dell’aspirina è avvenuta in modo del tutto casuale. I ricercatori stavano indagando l’influenza dei geni sulle metastasi e hanno notato che un topo privo di un gene che produceva la proteina ARHGEF1 mostrava una riduzione delle metastasi nei tumori primari ai polmoni e al fegato. Questa proteina ha il compito di sopprimere l’attività dei linfociti T, le cellule immunitarie che riconoscono ed eliminano le cellule tumorali metastatiche.

Il pulsante on/off

Il meccanismo molecolare che attiva questa soppressione è rappresentato dal trombossano A2 (TXA2), una molecola di cui l’aspirina è già nota per il suo effetto inibitorio. Prodotto dalle piastrine, il TXA2 gioca un ruolo chiave nella coagulazione del sangue, ma può anche contribuire alla formazione di trombi, causando occlusioni nei vasi sanguigni. Riducendo la produzione di TXA2, l’aspirina “libera” i linfociti T, permettendo loro di attaccare le cellule tumorali metastatiche.

Ostacolare la diffusione

Gli autori dello studio hanno dimostrato che la somministrazione di aspirina a topi affetti da melanoma ha portato a una diminuzione delle metastasi, evidenziando l’importanza del TXA2 nel processo. Rahul Roychoudhuri, Professore di Immunologia oncologica, ha spiegato che, nonostante i progressi nelle terapie oncologiche, molti pazienti con tumori iniziali possono affrontare recidive a causa della presenza di micrometastasi. Interventi precoci, quindi, potrebbero rappresentare una svolta nelle cure oncologiche.

Una cura democratica

L’aspirina è un farmaco accessibile e a basso costo, e gli autori dello studio sperano che le loro scoperte possano migliorare la comprensione dei trial clinici attuali sull’effetto dell’aspirina nel trattamento del cancro. Sarà fondamentale identificare quali pazienti potrebbero trarre maggiore beneficio dall’assunzione di questo farmaco. È importante sottolineare che, sebbene l’aspirina sia generalmente sicura, può comportare effetti collaterali gravi in una piccola percentuale di persone, come sanguinamenti e ulcere gastriche. Pertanto, è sempre consigliabile consultare un medico prima di iniziare qualsiasi trattamento.

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Clarissa Semprone