Generalmente, i responsabili dei nostri malesseri sono virus e batteri di vario tipo. Tuttavia, sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), gli astronauti si trovano ad affrontare un paradosso: sono frequentemente soggetti a disfunzioni del sistema immunitario, rash cutanei e altri disturbi infiammatori a causa di un ambiente eccessivamente sterile. Uno studio pubblicato su Cell suggerisce che sarebbe utile introdurre microbi a bordo, per rendere la stazione spaziale più simile a un ambiente terrestre, ovviamente senza esagerare.
Quando parliamo di microbi da non replicare, è opportuno riflettere su alcuni degli angoli più sporchi delle nostre case. Pensiamo, ad esempio, alle spugne da cucina, che ospitano miliardi di batteri, inclusi ceppi pericolosi legati a malattie come la meningite e la polmonite. E chi non ha mai sentito parlare della contaminazione degli smartphone? Questi dispositivi, oltre a contenere funghi e muffe, possono essere un ricettacolo di batteri antibiotico-resistenti, come l’Escherichia Coli e lo stafilococco aureo. Senza dimenticare le scarpe, che spesso non togliamo entrando in casa, portando con noi tossine dall’asfalto, molte delle quali sono cancerogene e interferiscono col nostro sistema endocrino.
Un’analisi condotta su 803 campioni prelevati da diverse superfici della ISS ha rivelato una predominanza di microrganismi provenienti dalla pelle umana, insieme a sostanze chimiche derivate da disinfettanti e prodotti di pulizia. Ogni zona della stazione presentava comunità microbiche in linea con le sue funzioni: nella zona dedicata ai pasti, per esempio, si sono riscontrati microbi tipici del cibo, mentre nei bagni erano presenti metaboliti e batteri associati a urine e feci.
Nonostante ciò, i ricercatori hanno notato una preoccupante mancanza di diversità nelle comunità microbiche rispetto ai campioni prelevati sulla Terra. In particolare, è emersa l’assenza di microrganismi non simbionti, quelli che normalmente si trovano nell’acqua e nel suolo. Questi microrganismi, che apportano effetti positivi sul nostro sistema immunitario, potrebbero essere la chiave per “sporcare” l’ISS, rendendola meno sterile e più microbicamente varia, migliorando così la salute degli astronauti senza compromettere l’igiene.