La nostra capacità di comprendere i cani è spesso messa in discussione. Quando cerchiamo di interpretare le loro emozioni, ci basiamo eccessivamente sul contesto, trascurando il linguaggio del corpo degli animali. Un recente studio ha messo in luce questo aspetto, suggerendo che la percezione umana delle emozioni canine può essere più errata di quanto si pensi.
Chiunque possieda un cane sa bene quanto possa essere profondo il legame che si crea con questi animali. Frasi come “ci capiamo con uno sguardo” sono comuni tra i proprietari, ma un nuovo studio pubblicato nella rivista Anthrozoös solleva interrogativi su quanto realmente comprendiamo i nostri amici a quattro zampe. La ricerca, condotta da un team guidato dalla dottoressa Holly Molinaro, ha rivelato che gli esseri umani tendono a sovrastimare la loro capacità di interpretare le emozioni canine, attribuendo troppo peso al contesto e poco al linguaggio corporeo dell’animale.
La genesi dello studio risale al 2021, durante il periodo di lockdown imposto dalla pandemia. Holly Molinaro, impegnata nella stesura della sua tesi di dottorato sulle emozioni canine, ha avuto un’idea durante una videochiamata su Zoom. Durante la chiamata, ha notato la possibilità di sfocare lo sfondo, mantenendo solo il soggetto in primo piano. Da questa osservazione, è nata l’idea di applicare un concetto simile ai video di cani, isolando il loro comportamento da diversi stimoli. L’obiettivo era chiaro: capire se la mancanza di contesto potesse influenzare la percezione umana del linguaggio del corpo dei cani.
Per portare avanti la ricerca, Molinaro ha utilizzato il suo cane, Oliver, come soggetto principale. Il cane è stato filmato mentre reagiva a stimoli sia positivi, come un giocattolo o del cibo, sia negativi, come un aspirapolvere acceso o il gatto di casa. I video sono stati poi mostrati a un campione di persone, che sono state invitate a interpretare le emozioni di Oliver senza conoscere il contesto delle sue reazioni.
I risultati dello studio sono stati sorprendenti e, per certi versi, preoccupanti. Gli esseri umani hanno mostrato una scarsa capacità di interpretare correttamente le emozioni di Oliver, commettendo errori quasi sistematici. Senza conoscere il contesto delle reazioni del cane, le persone tendevano a fraintenderne il linguaggio del corpo.
La situazione è peggiorata quando i partecipanti sono stati esposti a video “ibridi”, in cui Oliver reagiva contemporaneamente a stimoli positivi e negativi. In questi casi, la maggior parte delle persone ha fatto confusione, concentrandosi solo su un singolo stimolo e ignorando le reazioni del cane. Questo suggerisce che, quando si tratta di comprendere i nostri amici a quattro zampe, tendiamo a basarci su deduzioni logiche piuttosto che su una reale interpretazione del loro comportamento.
Nonostante i limiti dello studio, come il fatto di aver utilizzato un solo cane, i risultati offrono spunti interessanti. Ci invitano a riflettere su quanto poco siamo capaci di leggere il linguaggio del corpo dei nostri cani e su come la nostra comprensione delle loro emozioni sia influenzata dal contesto in cui ci troviamo. In definitiva, questo studio ci ricorda che la comunicazione tra specie diverse è complessa e che, per migliorare la nostra intesa con i cani, dobbiamo prestare maggiore attenzione al loro linguaggio corporeo.