
La canocchia, nonostante il suo nome che potrebbe far sorridere, si rivela essere uno degli animali più temibili del pianeta, soprattutto se si considera la sua dimensione. Questo crostaceo, appartenente all’ordine degli Stomatopoda, include circa 200 specie, tutte contraddistinte da due appendici che somigliano a veri e propri pugni. Queste appendici non sono solo per bellezza: sono strumenti di caccia incredibilmente potenti, capaci di perforare conchiglie e persino il vetro di un acquario.
La domanda che sorge spontanea è: come riesce la canocchia a sopportare il contraccolpo generato dal suo stesso pugno? Una recente ricerca pubblicata su Science offre una risposta a questo interrogativo, rivelando la presenza di uno “scudo fononico” che protegge questo straordinario crostaceo.
Il pugno più potente del regno animale
La protagonista di questo studio è la canocchia pavone, scientificamente nota come Odontodactylus scyllarus. Questo crostaceo, caratterizzato da una vivace colorazione, può raggiungere una lunghezza di 20 centimetri. La forza del suo pugno è paragonabile a quella di un proiettile di calibro .22, e durante il movimento, le sue “mazze” si muovono a una velocità impressionante di 23 metri al secondo, ben 50 volte più veloce di un battito di ciglia.
Questa capacità straordinaria non si limita alla velocità: il pugno della canocchia pavone genera un contraccolpo tale che, a causa della rapidità del colpo, si formano delle bolle di cavitazione nell’acqua. Queste sacche di gas, quando esplodono, creano onde d’urto che raddoppiano l’impatto del pugno stesso. È quindi fondamentale che la canocchia abbia sviluppato un meccanismo di protezione per affrontare questa forza devastante.
La straordinaria struttura dello scudo
La protezione della canocchia pavone è celata all’interno dei suoi stessi pugni, i quali sono stati analizzati attraverso l’uso di un laser per studiare il movimento e le onde d’urto generate. La ricerca ha rivelato un doppio strato protettivo: il primo si trova sulla parte superiore delle appendici, dove avviene l’impatto. Questo strato è costituito da fibre di chitina disposte a forma di spina di pesce, che conferiscono stabilità alla struttura e assorbono parte del contraccolpo.
Il resto della “mazza” è composto anch’esso da chitina, ma con una disposizione elicoidale, nota come “struttura di Bouligand”. Questa configurazione è fondamentale poiché filtra e disperde le onde ad alta frequenza, le più dannose per l’integrità della struttura. Secondo gli autori dello studio, l’innovativo “scudo fononico” della canocchia potrebbe ispirare la creazione di nuovi materiali fonoassorbenti, nonché di divise militari capaci di proteggere da esplosioni e impatti violenti.
La canocchia pavone non è solo un esempio di ingegnosità evolutiva, ma anche una fonte di ispirazione per la scienza e la tecnologia, dimostrando che la natura ha molto da insegnarci.