In Mongolia è stata rinvenuta una fossa comune risalente a circa 2.000 anni fa.

Una recente indagine condotta dalla Jilin University, situata in Cina, ha rivelato interessanti elementi bioarcheologici all’interno di una fossa comune scoperta nel sito di Bayanbulag, in Mongolia. Gli scavi hanno portato alla luce resti scheletrici di soldati coinvolti nella cruenta guerra tra l’Impero Han e la confederazione nomade Xiongnu, un popolo di cavalieri delle steppe che abitava le regioni settentrionali della Cina.

Un conflitto duro e prolungato

La guerra Han-Xiongnu si è estesa su un lungo arco temporale, dal 133 a.C. all’89 d.C., alternando periodi di intensi combattimenti a fasi di tregua. Fino ad oggi, l’identità delle persone rinvenute nella tomba rimaneva avvolta nel mistero. Scoperto nel 1957, il sito di Bayanbulag ha visto scavi sistematici avviati solo nel 2009, rivelando una serie di reperti significativi.

Tra i ritrovamenti figurano una fortezza, ceramiche, utensili in ferro, componenti di balestre in bronzo, alabarde in ferro e monete, oltre a un sigillo di argilla riportante il marchio di un funzionario Han. Questi reperti suggeriscono che il sito potrebbe corrispondere alla Fortezza Shouxiangcheng, costruita dall’Impero Han nel 104 a.C., come attestano alcune fonti storiche. Tuttavia, i documenti non menzionano i venti scheletri smembrati rinvenuti nella fossa comune.

Le analisi osteologiche precedenti avevano già rivelato segni di violenza, smembramento e possibili esecuzioni, con alcuni individui trovati in posizione inginocchiata, suggerendo la loro cattura come prigionieri di guerra.

Identificazione dei guerrieri

Grazie ai recenti progressi nel campo della biotecnologia, i ricercatori sono riusciti a estrarre DNA antico e isotopi dai resti dentali, fornendo nuove informazioni sulle origini, le modalità di reclutamento e persino la dieta dei soldati. Questo studio, intitolato “Bioarchaeological Perspectives on the Ancient Han-Xiongnu War Insights from the Iron Age Site of Bayanbulag“, è stato pubblicato sul Journal of Archaeological Science e ha adottato un approccio multidisciplinare per approfondire l’identità dei sepolti.

  • Analisi genetica: Il sequenziamento del DNA antico di 14 campioni dentali ha rivelato che tutti gli individui erano maschi, con 11 di essi geneticamente riconducibili alle popolazioni Han della Cina settentrionale. Gli aplogruppi del cromosoma Y e il DNA mitocondriale hanno fornito ulteriori conferme a questa identificazione.

  • Analisi isotopica: L’analisi degli isotopi di stronzio presenti nello smalto dentale ha escluso un’origine mongola, indicando invece la Cina settentrionale, in particolare l’Altopiano di Ordos e le Pianure Centrali, come luogo di provenienza.

  • Analisi degli isotopi stabili del carbonio: La dieta a base di miglio e grano conferma ulteriormente l’identità Han, differenziandoli dai pastori Xiongnu.

Strategia militare Han

I risultati di queste analisi delineano una strategia militare Han caratterizzata dalla costruzione di guarnigioni fortificate lungo i confini, come quella di Bayanbulag, presidiate da contadini-soldati provenienti dalle regioni settentrionali dell’Impero. Tuttavia, rimane un interrogativo cruciale: quale sia stata la causa della morte di questi guerrieri. È possibile che siano stati vittime di una battaglia, di una cattura o di un’esecuzione? La risposta a questa domanda potrebbe fornire ulteriori spunti sulle dinamiche del conflitto che ha segnato un’epoca fondamentale della storia cinese.

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Clarissa Semprone