
Nel 2025, il dibattito sulla possibilità di riportare in vita il mammut lanoso, estintosi circa 4.000 anni fa, si arricchisce di un nuovo capitolo. La recente creazione del topo lanoso da parte di Colossal Biosciences, una compagnia di biotecnologie con sede in Texas, rappresenta un passo significativo per alcuni studiosi, mentre altri rimangono scettici riguardo all’efficacia di tali esperimenti.
Due anni fa, vi abbiamo raccontato la storia di Colossal Biosciences, che ha avviato un ambizioso progetto per riportare in vita il mammut lanoso, con l’obiettivo di realizzare questo sogno entro il 2028. Recentemente, la compagnia ha annunciato un’importante innovazione: la creazione di un topo geneticamente modificato, il “topo lanoso“, caratterizzato da una pelliccia che ricorda quella dei mammut. La notizia è stata diffusa per prima da USA Today, e sul sito ufficiale di Colossal sono disponibili alcune immagini del risultato di questo progetto.
La genesi del topo lanoso. È importante chiarire come è stato possibile ottenere questo topo con caratteristiche così peculiari. Il team di Colossal ha identificato ben nove geni nei topi che sono associati a tratti simili a quelli dei mammut. Alcuni di questi geni influenzano il colore, la lunghezza e la densità del pelo, mentre altri sono legati al metabolismo dei grassi, un aspetto cruciale per la sopravvivenza in ambienti freddi. Non si tratta, però, di inserire geni di mammut nei topi, ma piuttosto di sfruttare geni comuni tra topi ed elefanti, che potrebbero essere utili anche per la trasformazione di un elefante in un mammut.
Il primo topo lanoso: un successo parziale. Il risultato finale è un topo che, pur mantenendo le caratteristiche di un topo comune, presenta una folta pelliccia rossastra. Tuttavia, modificare i geni legati al metabolismo dei grassi non ha portato a un aumento della resistenza al freddo, quindi i topi lanosi non sono più adatti a climi rigidi rispetto ai loro simili non modificati. Colossal considera comunque l’operazione un successo, poiché dimostra la validità del metodo che intendono utilizzare per la de-estinzione dei mammut, ovvero modificare geneticamente un elefante asiatico per farlo assomigliare il più possibile al mammut lanoso. Tuttavia, esperti esterni al progetto esprimono dubbi, sostenendo che non basta aggiungere una pelliccia per trasformare un elefante in un’altra specie e che tali modifiche potrebbero essere solo superficiali, senza impatti significativi sulla biologia degli animali coinvolti.