Il percorso per diventare moschettieri del re: requisiti e formazione storica.

Nel 1622, il re di Francia Luigi XIII (1601-1643) decise di istituire una forza militare d’élite, nota come il corpo dei moschettieri del re. Questa unità, direttamente sotto il suo comando, aveva il compito di garantire la scorta personale al monarca, mantenere l’ordine pubblico e intervenire in battaglia come truppa d’élite.

I requisiti per entrare nel corpo

Costituito da 250 uomini, il corpo dei moschettieri era selezionato tra i membri della nobiltà. L’ingresso avveniva a partire dai 14 anni, quando i giovani iniziavano un periodo di apprendistato che li preparava a diventare futuri sottufficiali o ufficiali. Per essere ammessi, non bastava solo il titolo nobiliare: era fondamentale dimostrare fierezza e fedeltà, oltre a ottenere una raccomandazione e versare un contributo economico. In cambio, i moschettieri godevano di un privilegio significativo: erano esenti dal pagamento delle tasse, poiché contribuivano con la loro presenza in battaglia, nota come “imposta di sangue”. Durante le campagne militari, i moschettieri si muovevano sia a piedi che a cavallo, alloggiando nelle vicinanze del re. In tempo di pace, invece, si ritiravano in residenze personali e partecipavano alle uscite pubbliche del sovrano, scortandolo a cavallo.

Il corpo dei moschettieri subì una prima dissoluzione nel 1646, ma successivamente venne ricostituito da Luigi XIV, il quale creò due nuove divisioni: i “moschettieri grigi” e i “moschettieri neri”, distinti dal colore delle loro cavalcature. Questa unità d’élite, nel corso dei secoli, venne riformata più volte, ma mantenne la sua esistenza fino al 1815.

Il moschetto e il valore in battaglia

Contrariamente all’immagine romantica dei moschettieri come esperti spadaccini, la loro vera specialità era il moschetto, un’arma da fuoco pesante e lenta da caricare, ma maneggiata con grande abilità. Noti per il loro spirito audace e la loro inclinazione al combattimento, in guerra i moschettieri si distinsero per il loro coraggio. Tra i membri più valorosi spicca Jean-Armand du Peyrer, conte di Tréville (1598-1672), un leale servitore di Luigi XIII, che si fece notare in numerose battaglie, inclusa l’importante assedio della roccaforte ugonotta di La Rochelle.

La figura del moschettiere ha ispirato innumerevoli racconti e opere letterarie, contribuendo a creare un’immagine duratura di nobiltà, coraggio e avventura. La loro storia è intrinsecamente legata a un periodo di grandi cambiamenti e conflitti in Francia, rendendo il corpo dei moschettieri un simbolo di lealtà e determinazione nella difesa del regno.

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Loris Gattuso