
A poche settimane dall’annuncio della uscita degli Stati Uniti dall’OMS, il Paese ha già interrotto la condivisione dei dati epidemiologici relativi all’influenza stagionale. Questa decisione, presa nel bel mezzo di una delle stagioni influenzali più gravi degli ultimi anni, potrebbe compromettere l’efficacia dei vaccini futuri e avere un impatto significativo sulla salute pubblica, non solo negli Stati Uniti, ma anche a livello globale.
Il sistema di sorveglianza globale
Attivato nel 1952, il Sistema globale di sorveglianza e risposta all’influenza (GISRS) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è fondamentale per monitorare i cambiamenti dei virus influenzali e garantire una risposta adeguata con vaccini efficaci. Questo sistema si avvale della collaborazione di 151 laboratori nazionali distribuiti in 127 Paesi e di sette centri di riferimento, situati in nazioni come Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone, Regno Unito e Australia. Grazie a questo sforzo collettivo, l’OMS riesce a monitorare in tempo reale l’evoluzione dell’influenza, ma ha anche tenuto d’occhio altre minacce pandemiche, come il SARS-CoV-2.
Ogni anno, l’OMS organizza riunioni semestrali per analizzare la composizione dei vaccini influenzali, basandosi sull’andamento delle stagioni influenzali nei vari emisferi. Questa collaborazione è essenziale per garantire che i vaccini siano efficaci contro i ceppi prevalenti, ma la recente decisione degli Stati Uniti di interrompere la comunicazione potrebbe compromettere questo processo.
Impatto della decisione statunitense
Due dei centri di sorveglianza che collaborano con l’OMS si trovano negli Stati Uniti e hanno smesso di comunicare con l’Organizzazione il 24 gennaio 2025, poco dopo l’annuncio di Trump di ritirare il Paese da ogni collaborazione scientifica internazionale di rilievo. Questa mancanza di dialogo è stata confermata da Maria Van Kerkhove, epidemiologa e direttore Epidemic & Pandemic Preparedness and Prevention dell’OMS, che ha sottolineato l’importanza della condivisione di dati in un contesto globale.
Con la cessazione della condivisione dei dati, gli Stati Uniti non parteciperanno probabilmente al prossimo incontro fissato per il 28 febbraio 2025, dove si stabilirà la composizione dei vaccini influenzali per la stagione successiva. Questo rappresenta una perdita scientifica di enormi proporzioni, poiché i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sono una delle risorse principali a livello mondiale per il controllo delle pandemie, con esperti tra i più qualificati nel campo dell’epidemiologia.
Effetti sulla popolazione
La mancanza di dati aggiornati avrà ripercussioni dirette sui cittadini statunitensi, che non riceveranno informazioni cruciali riguardo ai cambiamenti del virus influenzale nel loro Paese. Questo avviene in un contesto in cui la stagione influenzale ha già colpito 29 milioni di persone negli Stati Uniti, causando circa 16.000 decessi. Le cause di questa alta mortalità potrebbero derivare da un mismatch tra i ceppi circolanti e il vaccino disponibile, o da una scarsa copertura vaccinale tra i bambini e gli adolescenti, che si attesta al 46% della popolazione vaccinabile, in calo rispetto al 51% dell’anno precedente.
In un momento così critico, la decisione degli Stati Uniti di interrompere la collaborazione con l’OMS potrebbe rivelarsi dannosa non solo per la salute pubblica interna, ma anche per quella globale, rendendo difficile affrontare la sfida dell’influenza stagionale e delle pandemie future.